Capitolo 1
La luce del mattino mi sveglia traumaticamente. Ho la bocca impastata e gli occhi gonfi. Sprofondo il mio viso sul cuscino come se volessi nascondermi da qualcuno. Dopo quell'incidente la mia vita è cambiata e tutto è diventato insapore e incolore.
Dico a me stessa che devo smetterla di comportarmi come un automa ma sembra che il mio corpo non voglia reagire agli impulsi dettati dalla mia testa. Mi guardo rapidamente allo specchio e l'immagine che intravedo ha un aspetto spento e depresso.
"Come ho fatto a lasciarmi andare così? " esclamo inconsciamente.
Decido di farmi una doccia per cancellare i postumi di una notte tortuosa anche se so che non è sufficiente per eliminare il dolore impresso sul mio volto.
Recupero le forze e cerco di rendermi presentabile per l'appuntamento di oggi pomeriggio.
Il mio capo vuole affidarmi un importante progetto proprio ora che la mia vita cade a pezzi. Per anni ho concentrato le mie energie sul lavoro e, adesso che ho la mente altrove, lui sembra accorgersi di me.
Per darmi un'aria più seria, decido di raccogliere i miei capelli castano scuro in un elegante chignon.
Il mio capo vuole affidarmi un importante progetto proprio ora che la mia vita cade a pezzi. Per anni ho concentrato le mie energie sul lavoro e, adesso che ho la mente altrove, lui sembra accorgersi di me.
Per darmi un'aria più seria, decido di raccogliere i miei capelli castano scuro in un elegante chignon.
Prendo dall'armadio il tailleur grigio "delle grandi occasioni" e con fare sicuro mi dirigo rapidamente verso l'ufficio.
- Buongiorno Simona, sei pronta per l'incontro di
oggi?- mi chiede Sara con un falso sorriso stampato addosso.
- Prontissima - le rispondo in modo distaccato,
poi mi siedo alla mia scrivania e inizio a fissare il computer con aria
assente. Lei nota la mia totale indifferenza nei suoi confronti e si allontana
indispettita.
Non capisco perché Sara finga di essermi amica quando è palese a
tutti che non mi sopporta.
-Simona, ci sei? - esclama Nicole riportandomi
alla realtà. "Finalmente una voce amica".
Mi volto e le sorrido facendole un cenno con la testa. Lavoro
con lei da ormai cinque anni e, anche se ci frequentiamo poco fuori dal
contesto lavorativo, è stata una delle poche persone qui dentro ad essermi
stata vicina dopo quel triste evento.
I miei pensieri vengono interrotti dallo
squillo del telefono. È Elisa che mi ricorda l'appuntamento delle 16:00 con il
mio capo.
"E come posso dimenticarlo?". Anche se è difficile
ammetterlo, penso che questa occasione possa distrarmi dal periodo buio che sto
attraversando. Devo riuscire a riprendere le redini della mia vita e
ricominciare a vivere nel presente.
"Ce la farai, Simona. È solo questione di tempo e anche
tu tornerai a sorridere"dico a me stessa prima di buttarmi a capofitto sul
lavoro.
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